Recensione: Il cuore dell'uragano di Alfredo Palomba
Questo libro non è un saggio. Non pretende di trovare soluzioni miracolose per rivoluzionare il complicatissimo mondo della scuola. Questo libro è la confessione, in certi passaggi anche molto intima, di una persona che si trova a dover rivestire un compito a volte ingrato. Essere un docente significa avere tra le mani la responsabilità di far crescere ragazzi che, molto spesso, l’anno successivo non vedremo nemmeno più. Eppure quello stesso ruolo, a cui gli studenti guardano come se si aspettassero che dietro non ci sia un essere umano, ma una specie di superuomo che ha tutte le risposte del mondo, riesce anche a regalare momenti di soddisfazione, quando per qualche rara convergenza le stelle si allineano. Ed è tutto questo che l’autore racconta, gli alti e i bassi, i momenti di rabbia e frustrazione e quelli, quasi mistici, in cui tutto va per il verso giusto. E lo fa con una prosa diretta ma a tratti splendidamente evocativa, intessendo nella narrazione riferimenti letterari da usare come chiave di lettura della realtà (e non è forse questo il ruolo della letteratura?)
Alfredo Palomba non è l’insegnante modello, e non vuole nemmeno farcelo credere. I suoi continui dubbi, quel costante chiedersi “Starò facendo la cosa giusta?” mi sono risuonati come fin troppo familiari. Le situazioni che descrive le ho vissute anche io, e come me moltissimi altri colleghi. I pensieri che ha avuto li ho avuti anche io, lo stesso senso di inadeguatezza all’incarico che ci si ritrova a ricoprire, quella sindrome dell’impostore che ci fa pensare che a noi, rispetto agli altri docenti, manchi sempre qualcosa, quell’incessante tendersi verso la perfezione, pur consapevoli che la perfezione non esiste e che, forse, è proprio il nostro essere imperfetti a renderci insegnanti migliori. No, non migliori, ma senz’altro più umani.
“Il cuore dell’uragano” è una riflessione a tutto tondo su cosa significhi essere docenti, ma anche studenti. Sul bello e sul brutto della scuola. Chiunque sia mai entrato in un’aula scolastica dovrebbe leggerlo, ma soprattutto dovrebbe farlo chi ci entra ogni giorno, chi ha deciso che, nonostante tutto, quello dell’insegnante è il lavoro che più di tutti vale la pena di svolgere.
Comments
Post a Comment