Recensione: Plateale appartenenza al genere umano di Paola Kovalsky
Il primo volume della trilogia, Tertium Non Datur, mi aveva intrigata e incuriosita.
Questo secondo volume mi ha totalmente rapita. Ho macinato le sue 500 pagine in meno di due giorni, e se fossero state 1000 avrei macinato anche quelle senza battere ciglio.
Un romanzo che obbliga il lettore a mettere in discussione tutte le proprie convinzioni morali e a confrontarsi con domande scomode. Chi sono i cattivi in questa storia? E chi i buoni? Non è così semplice determinarlo.
La bravissima autrice Paola Kovalsky ci accompagna nella discesa all’inferno di una donna che si trova invischiata in qualcosa di enorme, ciò che fa rabbrividire tutti noi insieme a lei: cosa succederebbe se davvero un regime totalitario nazista riprendesse il potere? Ma quello che fa davvero paura nel romanzo è che ci ritroviamo a sperare che questo regime stia in piedi, che i suoi nemici perdano, che la protagonista decida una volta per tutte di uscire dalla sua apatia quasi amletica e prendere una posizione. Non contro il dittatore, ma al suo fianco.
L’atmosfera che l’autrice riesce a creare è sempre ambigua, incerta, a tratti onirica. In alcuni passaggi sembra di trovarsi in un film di Kubrick, in cui la psiche a pezzi della protagonista si trova circondata da figure enigmatiche e sfuggenti. Sono realmente cattivi? Vogliono farle realmente del male? Oppure è solo la sua paranoia a parlare, solo le sue convinzioni che però, una pagina alla volta, sembrano sgretolarsi?
È davvero lei l’unica persona con un po’ di umanità, come le piace pensare, oppure lei è solo l’ultima di una lunga serie di personaggi che, lungi dall’essere le bestie che lei vorrebbe, si rivelano pagina dopo pagina come platealmente appartenenti al genere umano?
Un romanzo che lascia il lettore con più domande che risposte, ed è giusto così. Perché una risposta univoca non esiste, perché la realtà non è così facilmente inquadrabile, è infinitamente complessa e sfaccettata, e più ancora lo è l’essere umano.
Riesco a trovare un unico difetto in questa storia: dovrò aspettare per poterne leggere il finale.
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