Recensione: "Trilogia della città di K." di Agota Kristof
Ieri ho finito di leggere la tanto acclamata “Trilogia della città di K.” di Agota Kristof. Avevo letto praticamente solo pareri positivi, chi parlava di capolavoro, chi la descriveva come traumatica e crudele, quindi mi ci sono buttata a pesce. In realtà l’ho trovato un romanzo deludente e scarso, e ora vi spiego perché. Attenzione: la recensione contiene spoiler della trama. La prima parte, “Il grande quaderno”, non è neanche male, è raccontata in prima persona plurale da due gemelli che sembrano non avere identità propria. Qui è abbastanza chiaro cosa cerchi di fare l’autrice. Usando uno stile gelido e chirurgico, costruito solo su frasi brevi separate da continui punti fermi, cosa che dopo un tot diventa abbastanza snervante, sta mettendo il lettore nella condizione dei due bambini, che vivono gli avvenimenti con un distacco da psicopatici, cosa che può anche essere un punto di interesse. La narrazione infila un’atrocità dietro l’altra con estrema naturalezza, i...